
Sindacati, rappresentanti del Governo e dirigenti dell’azienda Beko si sono riuniti il 1° aprile 2025 al Mimit, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, situato a Roma. L’incontro si è protratto per quasi otto ore, ma non ha portato a una soluzione definitiva delle problematiche legate alla vertenza Beko. Nonostante i progressi minimi, la questione degli esuberi rimane irrisolta.
La situazione a Cassinetta di Biandronno, in provincia di Varese, è particolarmente critica, con 312 lavoratori a rischio licenziamento. A livello nazionale, il numero totale di esuberi supera il migliaio, con 290 lavoratori coinvolti nelle Marche, distribuiti tra Fabriano, Melano e Comunanza. Altri 40 esuberi si registrano a Carinaro, in provincia di Caserta, e 288 a Siena. Inoltre, si contano circa 500 esuberi nelle funzioni di staff e ricerca, di cui 270 in Lombardia.
Discussioni sugli investimenti futuri
Durante il vertice, si è parlato anche di investimenti futuri. Beko Europe ha annunciato l’intenzione di avviare due progetti per lo sviluppo di nuovi prodotti premium nei siti di Cassinetta e Melano. Per quanto riguarda Comunanza, è previsto l’arrivo di un nuovo modello di prodotto, la cui definizione sarà completata entro tre mesi. L’incontro, presieduto dalla sottosegretaria Fausta Bergamotto, ha visto la partecipazione dei vertici aziendali, i quali, però, non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali. Prima di questo incontro, il ministro Adolfo Urso aveva già avuto un confronto con le organizzazioni sindacali. La sottosegretaria Bergamotto ha informato che nei prossimi giorni avvierà ulteriori discussioni con le Regioni in cui si trovano i siti produttivi di Beko, con l’obiettivo di esplorare possibili strumenti di sostegno finanziario.
Le richieste dei sindacati
I sindacati, rappresentati da Fim, Fiom e Uilm, si sono dichiarati insoddisfatti dell’esito dell’incontro. Hanno affermato che sarà impossibile raggiungere un accordo senza un impegno concreto da parte dell’azienda che escluda i licenziamenti. Hanno inoltre chiesto al Governo di coinvolgere le Regioni Lombardia e Marche per cercare di evitare la chiusura dei centri di ricerca. È stata richiesta una discussione dettagliata in ciascun stabilimento, per chiarire le modalità e le ricadute degli investimenti e delle missioni produttive.
Un altro punto critico riguarda gli eventuali incentivi all’esodo, per i quali i sindacati non hanno ricevuto risposte soddisfacenti, ritenendoli troppo inferiori rispetto a quelli concordati in passato. Inoltre, hanno sollecitato ammortizzatori sociali conservativi, con meccanismi di rotazione che garantiscano l’assenza di licenziamenti. Nonostante le difficoltà , i sindacati speravano in un esito più positivo. Un nuovo incontro tecnico tra l’azienda e le organizzazioni sindacali è stato fissato dal Mimit per il 2 aprile, nella speranza di trovare una soluzione più soddisfacente per tutti i lavoratori coinvolti.