L’economia americana si trova attualmente in una fase di incertezze e segnali contrastanti. Il presidente Donald Trump ha recentemente annunciato l’introduzione di dazi del 25% sui prodotti provenienti dall’Unione Europea, definendo quest’ultima come un’entità che agisce a danno degli Stati Uniti. Nonostante queste misure, la reazione degli investitori e delle famiglie americane appare piuttosto cauta, quasi come se ci fosse un malessere diffuso che potrebbe trasformarsi in una crisi più seria. A cinque settimane dal ritorno di Trump alla Casa Bianca, i segnali di disagio emergono chiaramente.
Dopo l’insediamento di Trump, i mercati finanziari statunitensi hanno mostrato tendenze negative. Il dollaro ha subito una flessione del 2,5% rispetto a un paniere di altre sei valute di riserva, evidenziando un’uscita di capitali dai titoli americani. Anche l’indice S&P 500, che rappresenta una parte significativa del prodotto interno lordo globale, ha registrato una perdita dello 0,74%. In contrasto, i mercati europei stanno vivendo un periodo di crescita, con il DAX tedesco che ha guadagnato l’8,6% dal 20 gennaio 2025 e il FTSE MIB di Milano che ha visto un incremento dell’8,5%. Questo divario di performance tra Wall Street e le piazze europee suggerisce una potenziale fragilità dell’economia americana.
La recente introduzione dei dazi sui prodotti europei ha il potenziale di influenzare negativamente anche i mercati europei, creando incertezze sulle conseguenze economiche. La forza apparente dell’Europa in questo momento potrebbe essere solo un rimbalzo temporaneo, dopo un lungo periodo di stagnazione. Tuttavia, i segnali di debolezza negli Stati Uniti si manifestano anche in altri ambiti. Il valore del Bitcoin ha subito una perdita di circa trecento miliardi di dollari, nonostante le promesse di Trump di includerlo nelle riserve nazionali. Inoltre, i rendimenti dei titoli di Stato americani sono in calo, nonostante l’inflazione rimanga alta e il debito pubblico continui a crescere. Questo scenario potrebbe indicare un crescente scetticismo riguardo alla capacità dell’economia americana di mantenere la sua attuale traiettoria di crescita.
Un aspetto cruciale da considerare è l’umore dei consumatori americani, che rappresentano quattro quinti del prodotto interno lordo degli Stati Uniti. Negli ultimi tempi, la fiducia dei consumatori ha subito un brusco calo, come evidenziato dall’indice di fiducia del Conference Board, che ha mostrato una significativa diminuzione sia della situazione attuale che delle aspettative future. Questo indice è attualmente su livelli che suggeriscono una possibile recessione in arrivo, mentre le aspettative di inflazione sono aumentate al 6%. Le famiglie americane, attraverso sondaggi condotti dall’Università del Michigan, hanno espresso preoccupazioni crescenti riguardo all’impatto dei dazi presidenziali sui prezzi al consumo, in particolare nei supermercati e nei concessionari di auto. La consapevolezza che i costi delle merci potrebbero aumentare a causa delle nuove tariffe sta contribuendo a un clima di incertezza e preoccupazione tra i consumatori, influenzando negativamente il loro comportamento di spesa.
Il 26 febbraio 2025 segna un momento significativo nel panorama economico americano, con segnali di disagio e incertezze che potrebbero avere ripercussioni durature sulla crescita economica e sul benessere delle famiglie.