Curiosità

Allarme supermercati, questo caffè vendutissimo provoca danni irreparabili alla salute: va buttato immediatamente se l’hai comprato

Il caffè rappresenta molto più di una semplice bevanda: è un vero e proprio rito quotidiano, un’abitudine irrinunciabile per milioni di persone.

Dalla moka casalinga all’espresso del bar sotto casa, il caffè scandisce i ritmi della giornata e accompagna momenti di socialità, pausa e concentrazione. Nonostante il gusto non sia universalmente apprezzato, chi lo ama ne è spesso profondamente legato, tanto da definirlo “una necessità”, se non addirittura “una dipendenza”.

Negli ultimi anni, numerosi studi scientifici hanno rivalutato il ruolo del caffè nella dieta quotidiana. Non solo non è dannoso — se consumato con moderazione — ma può addirittura apportare benefici rilevanti alla salute. Tuttavia, non tutte le varietà presenti in commercio sono uguali, e alcune, come evidenziato da recenti indagini, potrebbero comportare rischi tutt’altro che trascurabili per la salute del consumatore.

I benefici del caffè secondo la scienza

Secondo uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, bere fino a 4-5 tazzine di caffè al giorno (quantità da ridurre per le donne in gravidanza) può essere compatibile con uno stile di vita sano. Il caffè è infatti ricco di composti bioattivi, tra cui polifenoli e antiossidanti, che contribuiscono a proteggere l’organismo da una serie di malattie croniche.

La Fondazione Umberto Veronesi sottolinea, ad esempio, come un consumo regolare di caffè sia associato a una riduzione del rischio di sviluppare patologie gravi come il diabete di tipo 2, il morbo di Parkinson, alcune malattie cardiovascolari e persino alcuni tipi di tumore. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha chiarito che il caffè, contrariamente a quanto si pensava in passato, non è associato a un rischio aumentato di cancro; anzi, potrebbe offrire una certa protezione nei confronti di tumori al fegato, all’endometrio, alla prostata e alla pelle.

Va però precisato che questi benefici riguardano esclusivamente il caffè tradizionale, non le bevande zuccherate o aromatizzate al caffè, e devono sempre essere valutati nel contesto della salute individuale. Esistono infatti condizioni specifiche — come ipertensione, reflusso gastroesofageo, aritmie o disturbi del sonno — in cui anche un consumo moderato di caffeina può risultare problematico. È dunque sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico prima di modificare le proprie abitudini alimentari.

Il caffè pericoloso che trovi al supermercato

Nonostante i vantaggi sopra descritti, non tutte le forme di caffè sono esenti da rischi. Il caso emblematico è rappresentato dal caffè decaffeinato, particolarmente diffuso nei supermercati e nei discount, incluso il Conad. Come riportato da un’inchiesta del mensile Il Salvagente, molte delle marche più comuni utilizzano metodi di decaffeinizzazione che prevedono l’impiego di solventi chimici potenzialmente dannosi.

Pericolo caffè decaffeinato (popmag.it)

In particolare, il diclorometano — un solvente organico impiegato per estrarre la caffeina — è stato inserito dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro tra le sostanze “possibilmente cancerogene per l’uomo” (categoria 2B). Sebbene la legge preveda limiti molto restrittivi sui residui ammessi nel prodotto finale, il consumo quotidiano e regolare di caffè trattato con tale metodo potrebbe portare, nel tempo, all’accumulo di tracce della sostanza nell’organismo.

Il professor Luca Campisi, docente di Tossicologia Alimentare all’Università di Pisa, ha messo in guardia su questo aspetto: «Anche piccole quantità residue di diclorometano possono accumularsi nel corpo se il caffè decaffeinato viene consumato regolarmente». Il suo consiglio è chiaro: privilegiare le marche che utilizzano metodi di decaffeinizzazione naturali, come quello a base di anidride carbonica, completamente sicuro e privo di rischi tossicologici.

Come orientarsi nella scelta: trasparenza e consapevolezza

Il problema principale risiede nella scarsa trasparenza delle etichette. Molti marchi non specificano chiaramente il metodo di decaffeinizzazione adottato, lasciando il consumatore ignaro del processo a cui è stato sottoposto il prodotto che acquista. Eppure, la differenza è sostanziale: scegliere un caffè decaffeinato trattato con CO₂ naturale, seppur a un costo leggermente superiore, può fare la differenza in termini di sicurezza e salute a lungo termine.

In assenza di indicazioni esplicite, può essere utile consultare inchieste indipendenti o rivolgersi direttamente ai produttori per richiedere informazioni dettagliate. Alcuni marchi — in particolare quelli biologici o di fascia premium — esplicitano con orgoglio l’uso di metodi naturali, rappresentando una scelta più sicura per i consumatori attenti.

Come per ogni abitudine alimentare, la moderazione e l’informazione sono le chiavi per un consumo sicuro e benefico. E quando si tratta di caffè, anche un piccolo dettaglio, come il metodo di decaffeinizzazione, può fare una grande differenza.

Published by
Ludovica Loringa